#Sanremo2021: la lettera di Francesca

Sanremo_2021

#Sanremo2021: la lettera di Francesca

La domenica di Sanremo assomiglia un po’ al 7 gennaio, quando devi disfare l’albero di Natale ma non te la senti. 

C’è una gran voglia di tornare a casa, e sai che il viaggio di ritorno sarà molto diverso da quello di andata. La tua vita cambia, non esiste un festival neutro, mai. Perché il Festival ti attraversa sempre. E questo festival è stato una grande gara con me stessa. Ho dovuto ascoltare la ragazza timida ma vulcanica che abita dentro di me e le ho chiesto di diventare una donna. Un anno fa a quest’ora pensavo che forse dovevo lasciare questo lavoro. Ero affranta perché la pandemia non mi lasciava esprimermi, mi sentivo inutile.

Oggi invece sono qui, con un pezzo che vola in alto, altissimo. Mi abbraccia e ci abbraccia tutti. E non sarei qui senza delle persone fondamentali che mi hanno ridonato quell’entusiasmo e quella sicurezza che avevo perduto. La prima è Marta. E le voglio dire grazie. Con Marta ho sempre avuto un rapporto particolare perché siamo due teste calde ma c’è una passione fortissima che ci lega e che ci tiene unite. Una passione che trascende le logiche lavorative. Marta mi ha aiutata a mettere le ali. In un grigio e freddo autunno, di zone rosse e giorni in cui il sole tramontava prestissimo, abbiamo deciso di vivere assieme questo sogno e riscrivere un progetto che avesse “tutte le sfumature del nostro cuore”, come direbbe lei. Un’altra persona mi ha aiutata invece ad amarmi, ad amare la mia femminilità, ad esprimerla come solo io sento di farlo, ad essere dark e romantica assieme, fuoco e pioggia, e questa persona si chiama Valentina. Carlo, invece, è stato il mio custode, che mi ha insegnato che la vita è un campeggio, sempre, anche cinque anni dopo, con migliaia di risultati pazzeschi alle spalle: non ci si prende mai troppo sul serio. Mai. E si deve sempre viaggiare con un bagaglio leggero. Voglio dire grazie anche a Maurizio, che mi ha liberato la voce, l’ha liberata dalla paura di non essere la cantante perfetta, la più precisa, la più tradizionale. Mi ha liberata per cantare come può fare solo la Michielin. Che si scrive con una i dopo la h, grazie. Grazie a tutte le persone che lavorano con me, per aiutarmi nelle piccole grandi rivoluzioni di ogni giorno, contro i pregiudizi e le crisi esistenziali, in nome solo dell’amore viscerale che abbiamo per le cose belle. Grazie Federico, per avermi insegnato il coraggio di essere fragile. Grazie a tutti voi, per avermi fatto capire che VIVERE, davvero, un sogno, fino in fondo, porta fortuna.